Ndafise Ikibanza, la radio dà voce ai giovani burundesi

di Francesco Perini, Bujumbura (Burundi), 13 settembre 2013, in Walking On The South (http://wots.eu)

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Ndafise Ikibanza” in Kirundi, insieme al francese la lingua maggiormente diffusa in Burundi, significa “Ho un posto”. Letteralmente potrebbe non avere un particolare significato, tuttavia soffermandosi a riflettere sull’impatto che queste due semplici parole possono avere in un contesto in cui è così difficile affermare la propria personalità o condividere le proprie difficoltà, “avere un posto” assume un valore inestimabile.

Considerando il tema dell’informazione e della sua conseguente diffusione, la radio, in Burundi come in molti altri paesi africani, è senza dubbio il mezzo più potente: in un paese in cui la più alta percentuale della popolazione risiede in zone rurali, la radio diviene l’unico mezzo in grado di raggiungere quasi la totalità di essa. Se consideriamo che l’85 % della popolazione burundese ha accesso alla radio, il lavoro delle emittenti private assume un ruolo chiave ai fini di denunciare ingiustizie a livello economico, politico e sociale; le radio pertanto fanno da portavoce ai “senza voce”. Tanto in Burundi quanto in Ruanda, è stato ampiamente riconosciuto l’immenso potere della radio nel mobilitare la popolazione ed è proprio da questo presupposto che muove il lavoro delle nuove emittenti burundesi: se in passato la radio è stata utilizzata per alimentare l’odio etnico e per dividere la popolazione, è arrivato il momento di dimostrare che il mezzo radiofonico può essere utilizzato per riconciliare e il progetto “Ndafise Ikibanza” ne è la prova.

Il progetto, finanziato da Free Press Unlimited in partenariato con l’organizzazione non governativa War Child e Conn@ct Now, pone al centro della propria azione progettuale la categoria dei giovani. Le attività sono localizzate principalmente in tre province: Bubanza, Cibitoke e Bujumbura Marie. L’obiettivo principale è quello di formare un gruppo di giovani giornalisti e di dotarli dei mezzi necessari a intraprendere quello che in gergo viene chiamato “citizen journalism”.

Grazie alla formazione ricevuta e ai mezzi informatici forniti, i giovani giornalisti avranno l’opportunità di dare voce ai “senza voce” ovvero ai giovani residenti nelle tre province sopracitate, tramite la creazione di emissioni radiofoniche dedicate soprattutto ai giovani e alle questioni legate a questa particolare fascia d’età.

Questa forma di giornalismo partecipativo, se verrà diffuso in tutto il paese, permetterà di incrementare e di ampliare il livello di rappresentanza dei giovani all’interno del circuito dei media burundesi, mettendo in moto un meccanismo che permetterà un giorno a questo paese di eliminare del tutto il controllo dello stato sulla diffusione dell’informazione.

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Fonte: http://wots.eu/2013/09/13/ndafise-ikibanza-la-radio-voce-ai-giovani-burundesi/



Categorie:Africa

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2 replies

  1. grazie per la condivisione! Francesco

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