di Anna Molinari, del 4 ottobre 2014, http://www.unimondo.org
20 settembre – 20 ottobre, un mese dedicato a un obiettivo: riaffermare il comune impegno verso la libertà dei semi e del cibo e verso la democrazia sulla terra. Una call to action che, a livello globale, si propone come momento di riflessione e di azione che chiama in causa quelle comunità e quei singoli che, in ogni parte del mondo,non si arrendono al fallimento economico – ed ecologico – del Pianeta, immaginando piuttosto alternative possibili agli attuali modelli dominanti. Alternative che partono da un presupposto imprescindibile: il fatto che i semi e il cibo siano beni comuni, primo passo per la difesa della sovranità alimentare e del patrimonio di saperi.
La chiamata alla mobilitazione è aperta a tutti e invita a pianificare azioni, iniziative ed eventi per promuovere la riflessione su queste tematiche, tutte da valorizzare e diffondere tramite il calendario unificato di Seed Freedom. Capofila, portavoce di un messaggio rivolto al mondo, Vandana Shiva, una delle più autorevoli voci mondiali in difesa della natura, da sempre schierata in prima linea per la salvaguardia della biodiversità e per un Pianeta a misura di donne e uomini, nonché fondatrice di Navdanya International (“Nove semi”), associazione che, non a caso, trae spunto dal rituale, molto diffuso tra le famiglie del sud dell’India, di piantare nove semi in un vaso il primo giorno dell’anno per poi scegliere a distanza di qualche tempo i semi che si sono “comportati meglio”, mettendoli a disposizione di tutti. Il significato è chiaro: la fertilità della terra deve essere ricercata in armonia con la natura utilizzando e rinforzando la ricchezza delle varietà esistenti.
E anche in occasione di questo mese dedicato alla salvaguardia della biodiversità il messaggio non lascia spazio a dubbi: non esiste “la crisi”, quest’entità fantasma nominata da tutti, dovunque diversa per le migliaia di cause “da bar, da università o da Parlamento” che se ne rintracciano, ma in fondo per molti uguale per le conseguenze che porta con sé.
Le crisi sono più d’una e, tutte interconnesse, tracciano linee (in)visibili tra i punti sparsi della rovina sociale, del degrado ambientale ed ecologico, del collasso economico. Migranti, contadini, lavoratori, pensionati e studenti hanno tutti in comune lo sradicamento violento dalle proprie radici e le enormi incapacità a gestire il rinculo di un colpo atteso e allo stesso tempo inaspettato. Trasversali alle difficoltà di ognuno le difficoltà della Terra, che perde quotidianamente tasselli fondamentali nel suo puzzle di biodiversità. Dai brevetti sulle sementi all’industria in continua espansione, è evidente e improrogabile l’urgenza di un’azione collettiva che riprenda possesso dei beni primari. E per beni primari intendiamo soprattutto i semi, la terra, il cibo, i colori fondamentali mescolando i quali si articolano le complessità delle nostre vite, scelte, professioni. In una parola, del nostro futuro.
Anche dal vertice newyorkese dello scorso settembre lo spunto per i movimenti di attivisti, pur se emerso a livello istituzionale in maniera blanda e discutibile, è stato quello di perseverare nella diffusione del messaggio che la libertà dei semi e l’agricoltura biologica sono le soluzioni congiunte verso cui direzionare le vele per affrontare il cambiamento climatico, da un lato per l’ingente riduzione che apportano alle emissioni di gas, dall’altro perché sono strumenti imprescindibili per rafforzare la resilienza – della natura verso i cambiamenti e di noi che con i suoi ritmi non siamo più abituati a confrontarci. Questa non è però l’unica data da ricordare: qui un ricco calendario di occasioni da non perdere, dalla Giornata Nazionale del Mais in Messico all’anniversario della nascita di Gandhi, dal Giorno delle Popolazioni Indigene (non a caso ad altri noto invece come Columbus Day) alla Giornata Mondiale dell’Alimentazione, perché parlare di alleanza globale non vuol dire solo parlare di terra, ma significa anche parlare di e alle persone, di pace, sostenibilità, autoaffermazione e autosufficienza.
E non ci sono solo sfide, ci sono anche belle vittorie da ricordare, anche se il lavoro è ancora molto, come tanti sono gli strumenti e le idee condivise sul sito di riferimento (qui), non ultima la Dichiarazione per la Libertà dei Semi, sottoscrivibile online e visionabile in più lingue. Una serie variegata di azioni da mettere letteralemente in campo con l’impegno di ciascuno e ben oltre la deadline del 20 ottobre prossimo.
Fonte: http://www.unimondo.org/Notizie/Alleanza-globale-per-i-semi-siamo-tutti-chiamati-in-campo-147882
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