Libri

In questa pagina pubblicheremo, con la vostra collaborazione, la bibliografia di riferimento di Altre Frontiere. Buen vivir e cittadinanze attive, modelli di trasformazione dai Sud della Terra. Di seguito alcuni dei principali macrotemi che ci stanno a cuore e intorno ai quali raccoglieremo i titoli che saranno segnalati in progress: 1. Buen vivir; 2. Cittadinanze attive; 3. Cibi e culture del mondo; 4. Land grabbing; 5. Cooperazione; 6. Conflitti ambientali…

1. BUEN VIVIR

downloadFelipe Giraldo Omar, Utopias en la era de la supervivencia.Una interpertacion del Buen Vivir.  Mexico: Editorial Itaca; Chapingo, Estado de Mexico: Universidad Autonoma Chapingo, Departamento de Sociologia Rural, 2014.   En estos tiempos de múltiples crisis sistémicas y globales, la humanidad enfrenta serias amenazas para la supervivencia de la vida en el planeta. Ante la urgente necesidad de construir caminos viables para el cambio de paradigmas, el autor nos presenta un riguroso y profundo estudio del Buen Vivir, como Utopía posible para el cambio del destino planetario. En su trabajo, Omar Felipe analiza el recorrido del nuevo paradigma comunitario del Buen Vivir como propuesta asentada en las bases de la historia de los pueblos originarios del Abya Yala (América) que se nutre y desarrolla como alternativa contemporánea para la transformación estructural de las sociedades y los modelos de vida heredados de una modernidad que potenció el individualismo, la competencia y la depredación de la naturaleza. La interpretación del Buen Vivir como Utopía para la supervivencia es una excelente noticia para revalorizar el sentido común, reconciliarnos con la naturaleza y recuperar el equilibrio y la armonía en las relaciones humanas.

E’ possibile scaricarlo accedendo al link: http://alainet.org/images/Utop%C3%ADas%20en%20la%20era%20de%20la%20supervivencia-1.pdf

 

BUEN VIVIRBoris Marañón Pimentel, Buen Vivir y descolonialidad. Crítica al desarrollo y la racionalidad instrumentales, Universidad Nacional Autònoma de México, in lingua spagnola, 2014, 272 pp. El libro: BuenVivir y descolonialidad. Crítica al desarrollo y la racionalidad instrumentales, compilado por Boris Marañón Pimentel, ha sido colocado en línea para ser descargado en internet por la Universidad Nacional Autónoma de México (UNAM). El volúmen de 272 páginas ha sido publicado este año e indaga sobre la emergencia de un nuevo horizonte de sentido histórico caracterizado por una subjetividad basada en la reciprocidad y por una nueva racionalidad liberadora de la explotación y la dominación, y solidaria entre las personas y con la Naturaleza. El Buen Vivir, propuesta surgida en América Latina desde la resistencia al despojo y a la irracionalidad del capitalismo, se despliega como una alternativa para restablecer lazos relacionales entre las personas y con la Naturaleza, basados en la solidaridad y la reciprocidad.

E’ possibile scaricarlo accedendo al link: http://www.natsper.org/upload/LIBRO_BuenVivirDescolonialidad_pimentel2014%20ridotto.pdf

 

Sini_del viver beneCarlo Sini, Del viver bene. Filosofia ed economia, Jaca Book, Milano 2011, 172 pp. La favola delle api di Mandeville (1714) è il punto di partenza del percorso del libro, che affronta i problemi posti dalla rivoluzione industriale, dal capitalismo moderno e dalla economia del mercato globalizzato. L’indagine va alle radici della formazione dell’individuo sociale, disegnandone la genealogia attraverso le strutture del sacrificio, del dono e dello scambio, in base alla relazione tra denaro, sapere e scrittura e alla conseguente, fatale, mercificazione dei rapporti umani. Il senso del “viver bene” (il buen vivir degli Indios) pone altresì una domanda urgente su possibili economie e politiche alternative o correttive rispetto all’oggi prevalente via del neoliberismo capitalistico: una correzione di rotta che si proponga la salvaguardia della biodiversità e delle differenti tradizioni culturali del pianeta, e soprattutto e in generale l’affermazione dei diritti della vita “della nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa”.

De Mrazo_buen vivirGiusepppe De Marzo, Buen vivir. Per una nuova democrazia della terra, Ediesse, Roma 2009, 172 pp. La crisi attuale mette in luce l’insostenibilità politica e sociale di un modello di sviluppo che ha dimostrato la sua inadeguatezza e che pone domande forti, legate alla sopravvivenza stessa dell’uomo sul pianeta. Domande come: esiste un’alternativa al modello capitalista? è realizzabile migliorare la vita di miliardi di persone tenute ai margini? si può coniugare l’economia con la difesa dell’ambiente? è possibile sperimentare un nuovo patto sociale e ripensare le forme della rappresentanza? Dall’America latina all’Asia, all’Africa, a molte comunità e territori del Nord del mondo i conflitti ambientali e sociali hanno creato le condizioni per la formazione di una risposta nuova che, a partire dalla democrazia deliberativa e dalla responsabilizzazione collettiva, lavora alla costruzione di un nuovo paradigma di civiltà, fondato sul buen vivir – cioè su una vita in armonia con la natura, della quale tutta la comunità è parte – che è oggi tra i principi fondanti delle Costituzioni della Bolivia e dell’Ecuador. Educazione popolare, autogoverno, orizzontalità, giustizia sociale, mutualismo, creatività e decolonizzazione del potere sono gli strumenti e le pratiche che l’ecologismo dei poveri utilizza per costruire una democrazia della Terra. Oltre alla postfazione di Gianni Minà, il libro ha la prefazione di Adolfo Pérez Esquivel, intellettuale argentino, Premio Nobel per la Pace nel 1980 per l’attività di denuncia contro la dittatura militare degli anni Settanta. Giuseppe De Marzo è un economista, attivista e portavoce dell’Associazione “A Sud”.

2.  CITTADINANZE ATTIVE

Rabhi_ManifestoPierre Rabhi, Manifesto per la terra e per l’uomo, Add editore, Torino 2011, 184 pp.  “Non molto tempo fa, il bambino del deserto che sono stato, al termine di una giornata infuocata, stendeva la schiena sulla terrazza a cielo aperto e, con il corpo così abbandonato, poteva contemplare una volta celeste disseminata di pepite d’oro”. Dice questo di sé Pierre Rabhi, contadino francese di origine algerina, che oggi abita nell’Ardèche e sta cercando di difendere con l’impegno di tutti i giorni il mondo in cui viviamo. Lo fa con il suo lavoro, coltivare e insegnare le buone pratiche dell’agricoltura, rispettando l’ambiente e la natura, ma lo fa anche con i suoi libri in cui apre strade e disegna possibili scenari, dicendo in modo chiaro e diretto cosa dobbiamo fare per salvare questo pianeta. “Manifesto per la terra e per l’uomo” non solo racconta preoccupato come stiamo compromettendo il nostro futuro, ma ci dice anche come possiamo e dobbiamo cambiare le cose. In meglio, perché è necessario farlo. Con una prefazione di Nicolas Hulot.

3. CIBI E CULTURE DAL MONDO

cop_Saporiesaperi_fronteAnna Casella Paltrinieri,  Sapori & Saperi. Cibi, ricette e culture del mondo, Editpress, Firenze 2012, 236 pp.  Può una ricetta di cucina dire qualcosa del popolo che l’ha prodotta? Il cibo è cultura, identità, tradizione. Definisce e distingue, stabilisce accostamenti e confini. Suscita entusiasmo o perplessità, amicizie e, a volte, inimicizie. Uscendo dalle regole strette dei gusti familiari e dalla ovvia considerazione che “tutti i gusti sono gusti”, occorre riconoscere che una ricetta nasce sempre da un sapere e da una esperienza. È frutto di conoscenza del mondo vegetale e animale, di tecniche, di processi a volte lunghi e laboriosi. Dietro ad ogni piatto c’è la creatività capace di rendere commestibile ciò che per un altro popolo non lo sarebbe mai. C’è il lavoro di uomini e donne, una sapienza sconosciuta che si fa alimento e convivialità. Questo libro commenta ricette di varie comunità del mondo. Vuole dimostrare che la cucina è una sintesi culturale affascinante e che ogni stile alimentare è anche un modo di guardare il mondo.

4. LAND GRABBING

copertina-land-grab

Gli Arraffaterre. Il coinvolgimento italiano nel business del land grabbing, Re:Common, 2012. Una mappatura sul ruolo che l’Italia svolge nell’accaparramento dei terreni agricoli su scala globale. Uno dei dati principali che emerge dal rapporto è che il nostro paese è secondo solo al Regno Unito tra gli stati europei più attivi nella discutibile pratica del land grab. Sono una ventina le compagnie attive in questo business, si va dalla Benetton in Patagonia a tante imprese di dimensioni medie molto presenti soprattutto in Africa, in particolare in Mozambico, Etiopia e Senegal.

Liberti_land grabbingStefano Liberti, Land grabbing. Come il mercato delle terre crea il nuovo colonialismo, Minimum Fax, Roma 2011, 250 pp. Stefano Liberti, giornalista vincitore nel 2010 del prestigioso Premio Indro Montanelli, dopo A sud di Lampedusa, pubblica questo reportage sull’allarmante e dilagante fenomeno del land grabbing. A partire dalla crisi alimentare e finanziaria del 2007, paesi come l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi, la Libia, la Corea del Sud, che dispongono di grandi risorse economiche ma non di spazi sufficienti per garantire la sicurezza alimentare ai propri abitanti, hanno cominciato a negoziare l’acquisto o l’affitto di enormi quantità di terra nelle nazioni africane o sudamericane; lo stesso stanno facendo le grandi multinazionali dell’agrobusiness – interessate a creare sterminate piantagioni per la produzione di biocarburanti – nonché una serie di società finanziarie, che hanno compreso che l’investimento in terra può garantire ricavi sempre più alti e sicuri. Questa corsa all’accaparramento delle terre nasconde però una forma insidiosa di sfruttamento e rischia di instaurare un nuovo colonialismo. Viaggiando fra le valli dell’Etiopia, le foreste dell’Amazzonia, la Borsa di Chicago, le convention finanziarie a Ginevra, gli uffici della FAO, Liberti porta per la prima volta alla luce in ogni sua componente questo fenomeno complesso, e ci svela come i legami fra politica internazionale e mercato globale stiano cambiando il volto del mondo in cui viviamo. Vedi anche: http://www.minimumfax.com/libri/scheda_libro/500.

5. COOPERAZIONE

darsi il tempoMauro Cereghini e Michele Nardelli, Darsi il tempo. Idee e pratiche per un’altra cooperazione internazionale, EMI, 2008. La cooperazione internazionale allo sviluppo è una grande novità emersa nel ventesimo secolo. Guerre, povertà, catastrofi naturali, situazioni di abbandono avrebbero avuto un impatto ancora più grave se non ci fosse stata la risposta puntuale di persone, gruppi, organizzazioni e governi disposti ad intervenire. “In un mondo interdipendente non può esserci più cooperazione unilaterale”, scrivono gli autori, proponendo un cammino che chiamano cooperazione di comunità. Un incontro fra territori e persone per conoscersi, arricchirsi reciprocamente e considerarsi parte di un comune destino. Con il rischio, o forse il merito, di dover ripensare anche se stessi e il mondo in cui si vive.

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  1. Utopie nell’era della sopravvivenza, libro di Omar Felipe Giraldo sul tema del Buen Vivir |

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